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Itinerari

Polignano A Mare

paolo_4Polignano a Mare ha una storia molto antica, infatti sono state rinvenute tracce di presenza umana nella frazione di Santa Barbara risalenti al neolitico.

Secondo alcuni studiosi, l’antica Neapolis potrebbe essere una delle due colonie che, nel VI secolo a.C., Dionigi II di Siracusa fondò sulle coste adriatiche, su un territorio abitato fin dal Paleolitico medio e superiore. I segni più evidenti della presenza dell’uomo risalgono al Neolitico, nella zona di Santa Barbara (VI – V millennio a.C.), e nell’Ipogeo Manfredi (IV millennio a.C.), uno degli insediamenti più significativi della Puglia centrale.

Di notevole interesse naturalistico sono le sue grotte marine e storicamente importanti sono il centro storico e i resti della dominazione romana. Tra questi ultimi il ponte della via Traiana, tuttora percorribile, che attraversa Lama Monachile, la profonda insenatura immediatamente a nord del centro storico.

La chiesa Matrice, intitolata a Santa Maria Assunta e affacciata sulla piccola piazzetta cuore del centro storico, fu cattedrale fino al 1818, quando la piccola diocesi di Polignano fu aggregata a quella di Monopoli. All’interno sono custodite alcune opere attribuite allo scultore Stefano da Putignano, attivo tra il XVII e il XVIII secolo, come il noto presepe interamente in pietra. Nella frazione di San Vito, sulla costa a nord del paese, proprio a ridosso del porticciolo si staglia l’imponente complesso dell’abbazia dei Benedettini.

Ci sono personalità legate a Polignano a Mare, tra cui: Domenico Modugno (Polignano a Mare, 1928 – Lampedusa, 1994), cantautore ed attore, interprete della celebre canzone Nel blu dipinto di blu. Nato a Polignano ma vissuto a San Pietro Vernotico, ebbe con la cittadina un rapporto tormentato, dato che per motivi artistici preferì a lungo dichiararsi siciliano per poi riconciliarsi con i polignanesi il 26 agosto 1993 data del suo ultimo concerto alla presenza di 70.000 persone. Il 31 maggio 2009 è stata inaugurata sul lungomare a lui dedicato una statua, ideata dallo scultore Herman Majer.

Pino Pascali (Bari, 1935 – Roma, 1968), scultore e scenografo tra i più importanti esponenti dell’arte povera, nato da genitori polignanesi. A lui è dedicato il Museo comunale d’arte contemporanea.

Lucas Di Grassi (São Paulo, 11 agosto 1984) pilota automobilistico di origini polignanesi.

Checco Zalone (Bari, 3 giugno 1977) cantante cabarettista noto per il suo film del 2009 Cado dalle Nubi e per le numerose comparse nel programma Zelig.


Grotte Di Castellana

MG_5942-43-44_nitidLe Grotte di Castellana sono una tra le attrazioni più importanti della Puglia e patrimonio naturalistico di inestimabile valore per l’Italia tutta. Situate alle porte della Valle d’Itria, a pochi chilometri da borghi incantevoli come Alberobello, Cisternino e Polignano a Mare.

Le Grotte di Castellana cominciarono a formarsi circa 90 milioni di anni fa. La bellezza delle Grotte richiama turisti di tutto il mondo e dal giorno della loro apertura hanno meravigliato più di 15 milioni di visitatori.

La visita al pubblico si snoda lungo un percorso di 3 Km, una straordinaria escursione guidata delle grotte a più di 60 metri di profondità in uno scenario stupefacente di stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme incredibili, fossili, canyon, caverne dai nomi fantastici; calcificazioni dalle conformazioni e dai colori sorprendenti sollecitano la fantasia di bambini e adulti.

Durante l’esplorazione, ad una temperatura costante intorno ai 16° – 18°, meraviglia e stupore lasciano spazio a moti di sorpresa, laddove la natura, nelle centinaia di milioni di anni in cui ha plasmato la roccia, regala fantastiche apparizioni: speleotemi prendono forma e grandi e piccini si divertono a riconoscere in esse qualcosa o qualcuno.

Le Grotte di Castellana sono, a pieno titolo per il viaggiatore, un’imperdibile occasione di gustare una delle più stupefacenti meraviglie naturali di una Puglia meravigliosa.


Trulli Di Alberobello

000004Alberobello è situata nella provincia di Bari nel cuore della regione Puglia, confina con i comuni di Locorotondo, Martina Franca, Fasano, Putignano, Noci, Castellana Grotte. I più vicini areoporti sono quelli di Bari e Brindisi. In treno Alberobello è raggiungibile fino a Bari o Taranto con Trenitalia, proseguendo poi con le ferrovie Sud-Est. In auto, dall’autostrada A14 – uscita a Gioia del Colle; da Bari o da Brindisi-Lecce: S.S. 16 -uscita a Monopoli per immettersi sulla S.P. per Alberobello(km.20); da Taranto : S.S. 172 per Martina Franca-Locorotondo e Alberobello (km.45).

Dal latino turris, trulla, o dal greco tholos, o dal greco-bizantino torullosa, tutti significanti Cupola, sono dei tipici edifici discesi attraverso una millenaria tradizione sino ai tempi nostri. Essi hanno in comune con le abitazioni dei popoli primitivi la forma esterna: un cilindro sormontato da un cono, ma in tutto il resto è una costruzione originale. I trulli sono interamente costruiti in pietra, non sono usate né malta , né legname, né altri mezzi di sostegno o di collegamento. Primitiva è la forma, primitivi i mezzi, ma non primitiva è l’arte con cui questi mezzi semplicissimi sono potuti bastare a raggiungere una statica mirabile.

Nei trulli la forma più rozza fa contrasto con la ingegnosa soluzione di un problema di statica possibile solo ai popoli di certo né selvaggi, né primitivi. La stereotomia, la scienza che studia le forme da dare agli elementi di una fabbrica perché questa sia salda, è scienza posteriore all’epoca di costruzione dei trulli. Ma la semplice risoluzione di un importante problema di statica fu particolarmente agevolata, nella costruzione del trullo, che è in se stesso un perfetto organismo architettonico, dalla natura geologica della zona, formata da colline aride, quasi ricoperte da un manto di roccia calcarea che si sfalda in strati di spessore diverso così da poter fornire lastre a facce parallele e lisce.

La copertura del trullo si conclude con il pinnacolo. E’ generalmente formata da tre pietre sopraposte: una di forma cilindrica, una a forma scodella o di piatto, ed una sfera. Il suo vero significato è tuttora oscuro, ma sono state avanzate diverse ipotesi; c’è chi attribuisce ad esso dei valori magici, chi invece pensa che il pinnacolo abbia solo funzione ornamentale, posto sul trullo a complemento dell’opera, secondo le fantasie del trullaro costruttore; ed infine, c’è chi ritiene che il pinnacolo, prima di divenire ornamentale, fosse un segno distintivo, utile al regnante ed imposto da egli stesso. Di sicuro è che i suddetti simboli si ergono dalla cima di tutti i trulli, di varie dimensioni e non solo su quelli di Alberobello ma anche su tutti quelli esistenti sul territorio pugliese.


Ostuni – Città Bianca

ostuniIl comune di Ostuni sorge sulle ultime propaggini della Murgia meridionale. La sua città vecchia, detta La Terra, è inconfondibile l’accecante monocroma colorazione del suo abitato, rigorosamente di bianco. Le case tinteggiate di calce e la peculiare topografia hanno fatto meritare epiteti fiabeschi, come Città Bianca, Regina degli Ulivi, Città Presepe, II nucleo antico – probabile supporto dell’acropoli messapica – è infatti arrampicato sui fianchi scoscesi di un colle e presenta una pianta ellissoidale, chiaramente espressa dalla cinta muraria rafforzata dai torrioni aragonesi. Ne rimangono otto dei quindici originari, come pure buone parti dei baluardi che chiudevano la città medioevale. Ostuni è un affascinante groviglio di stradine anguste e tortuose, un susseguirsi di corti, piazzette e vicoli che un tempo facevano capo a cinque porte che si aprivano nella cinta muraria, munite di torri, piombatoi e bertesche. L’unica vera strada che raggiunge il vertice del “cono” e che divide il centro storico in due parti è via Cattedrale, mentre tutte le altre che lo intersecano sono vicoli ciechi o scalinate strette e ripide. Qui si trovano abitazioni cubicolari, spesso scavate nella roccia, unite da archi e semiarchi che fungono da contrafforti e da sostegno; come pure palazzi che, per gli stemmi gentilizi, i portali e la varietà delle linee architettoniche, con macchie d’ocra dorato ombreggiano l’accecante bagliore del bianco labirinto, Sulla sommità del colle, infine, si erge la Cattedrale, mirabile sintesi di elementi romanici, gotici e veneziani, che domina la Piana degli ulivi secolari fino al mare.

Il borgo antico:
E’ l’inconfondibile gioiello che dona ad Ostuni la sua pittoresca identità urbanistica. E’ definito dagli ostunesi la Terra. Dipinto solo di bianco, sorge sul colle più alto del territorio urbano. Qui è tutto un moltiplicarsi di piani, di saliscendi, di vicoli e scalette, di aggrovigliate stradine che incrociano archi e piazzette. Sulla sua sommità si stagliano la monumentale Cattedrale e il Palazzo Vescovile.